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LE BUSTE ROSSE CINESI DI FACEBOOK: LE RED ENVELOPE

Fonte: Twitter Matt Navarra

Fonte: Twitter Matt Navarra

Avete mai sentito parlare delle “Buste Rosse Cinesi”? Beh a quanto pare il team di sviluppatori di facebook si, e a breve lanceranno questa nuova funzionalità anche in Inghilterra e Francia, negli USA è già attivo e utilizzato dal 2015.

Le Buste rosse Cinesi non sono altro che doni che il popolo orientale si scambia prevalentemente durante il capodanno cinese, un po’ come accade da noi per le buste nuziali.

Traendo spunto da questo scambio di denaro come dono, il team di facebook sta pensando di rendere possibile il pagamento e l’invio di denaro tramite Messenger tra gli abitanti dello stesso Stato, anche in altri Paesi.

Il servizio, come già accennato, è attivo negli Stati Uniti e si è scelto di cominciare il test nel “vecchio continente” proprio dagli Stati più propensi allo scambio di denaro online, UK e Francia.

COME FUNZIONA LO SCAMBIO DI DENARO TRAMITE MESSENGER

Lo scambio di denaro tramite Messenger nasce per essere facile e veloce. Gli utenti che attiveranno questa funzione vedranno comparire tra le funzioni del proprio account messenger il tasto “ Payment” che, una volta cliccato, porterà l’utente ad un form sul quale digitare o selezionare la somma da inviare, una breve “dedica” e la scelta della grafica del “dono”, sotto forma di “gift card”. (vedi immagine).

Facebook ha già attivato i pagamenti tramite facebook, quindi la nuova funzione “Red envelope” può rappresentare il gradino utile per arrivare a portare a massimo profitto, per gli utenti e per il social, il Market Place Facebook, che sta riscuotendo un buon grado di apprezzamento da parte degli utenti.

 

TRAMITE CHI AVVERRÀ LO SCAMBIO MONETARIO TRAMITE MESSENGER?

Facebook sta già lavorando con Banche e società di carte di credito per assicurare una partnership sicura per il lancio di questa funzionalità che richiederà agli utenti interessati , mittenti e destinatari, di registrare le proprie carte e prepagate al nuovo servizio proposto da Zuckemberg e soci.

 

Noi dell’Alsolved siamo in attesa dello sbarco anche nel nostro Paese di questo nuovo strumento, per testarne le qualità insieme al nostro Social Media Manager.

Voi intanto pensate a quanto sarà pratico e comodo inviare regali ad amici e parenti lontani o dividere il conto del ristorante!

Video By Messenger Facebook Brand Page

I POST SULLA SCHEDA GOOGLE MY BUSINESS

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Hai notato delle Google Maps che presentano caratteristiche nuove? Hai visto bene, da questa estate anche la scheda Google my business apre le porte ai post, ma con delle caratteristiche ben definite. Scopriamole insieme.

LE CARATTERISTICHE CHE RENDONO UNICI I POST SU GOOGLE MAP

Fattore tempo

Prima caratteristica è la durata di pubblicazione del post. Google ha pensato bene alla nuova funzionalità della scheda Google My Business, ed il pensiero è stato rivolto all’aspetto temporale del post. Per rendere sempre viva la scheda GMB, Big G ha fissato a 7 giorni il tempo di pubblicazione dei post, terminato tale periodo il post scomparirà dalla scheda local avvisando il proprietario 2 giorni prima della rimozione. Una mossa intelligente e stimolante per rendere sempre viva e creativa la scheda GMB.

Modalità di pubblicazione dei post delle Schede My Business

Pubblicare il post su GMB è facilissimo. Entrando nel pannello di controllo della scheda my business, nel menù collocato sulla sinistra subito sotto la voce “Home” noterete la voce “Post”, sottolineata dall’etichetta “NUOVO”. Cliccando su questa voce farete immediatamente conoscenza con questa fantastica nuova funzione che Google ci mette a disposizione.

Gli step per pubblicare il post su Google My Business

Il primo passo sarà quello di inserire un’immagine copertina, le dimensioni consigliate per una corretta e limpida visualizzazione sono di minimo 400px di larghezza per 350 pixel di altezza. Una volta inserita, consigliamo di sceglierla accattivante e che esprima subito e con chiarezza il vostro messaggio, si potrà procedere alla stesura del testo.

Si potranno inserire testi compresi tra le 100 e le 300 parole, le prime 100 saranno il testo che comparirà nell’anteprima della scheda, quindi cerchiamo di concentrare qui il messaggio principale che vogliamo esprimere. Attualmente non c’è possibilità di inserire grassetti, corsivi o link all’interno del testo, ma su quest’ultimo aspetto ci torneremo tra un po’.

Tipi di post

E già, Big G ci da anche modo di scegliere che tipo di messaggio vogliamo comunicare. Tra le modalità, attivabile spostando l’interruttore “Aggiungi un pulsante”, troviamo:

  • Ulteriori informazioni
  • Prenota
  • Registrazione
  • Acquista
  • Salva offerta

In base al tipo di post si potrà quindi abbinare il link sul quale l’utente potrà atterrare per approfondire l’argomento, prenotare o acquistare. Funzione interessante è quella denominata “ EVENTO” che darà modo di rendere pubblico l’evento proposto, compreso di date ed orari.

Pubblicazione del post

Completate queste facilissime operazioni, premendo su “Anteprima” si potrà visualizzare il post realizzato. Una volta dato l’ok, cliccando sul tasto “Pubblica” il post sarà online e consultabile dagli utenti. Facile no?

Note finali

Attualmente questa funzione non è disponibile su pagine local di B&B e Hotel, ma pensiamo che presto arriverà qualcosa ideata su misura per loro.

Vuoi anche tu una scheda Google My Business efficace e viva? Contattaci, renderemo la tua scheda Google My Business un luogo ancor più bello!

 

HALLOWEEN PER LE AZIENDE: DOLCETTO O SCHERZETTO?

L’IMPRESA CHE NON HA PAURA DELLA NOTTE DELLE STREGHE CI GUADAGNA SUL WEB

Halloween sorride alle imprese!

Halloween sorride alle imprese!

Non fatevi ingannare dall’apparenza. Seppur lontana dall’Italia nella tradizione, Halloween è oggi una festività entrata a far parte del nostro uso e “costume” e, come tale, un’occasione per le aziende per farsi conoscere dal popolo social

Se in molti non riescono a comprendere il senso di un 31 Ottobre da horror, l’Alsolved vi fornisce una serie di spunti per sfruttare al meglio il motto dolcetto o scherzetto e guadagnarci in termini di visibilità sul web e di vendita dei propri servizi e prodotti.

Ecco alcune dritte:

  • Cercate un contatto con la vostra community attraverso il sito web e i canali social della vostra azienda per ottenere suggerimenti, migliorare i servizi offerti e crescereCome?
  • Allestite le vostre vetrine web con prodotti mascherati in tema Halloween.
  • Non date spazio all’autocelebrazione, ma cercate di fornire all’utente qualche consiglio utile e di spiegare in che modo la vostra azienda può essere un valido aiuto.
  • Sfruttate la festa di Halloween per farvi conoscere, testando a scadenza un prodotto in promozione.
  • Chiedete a chi usufruirà dello sconto un feedback nei commenti. Darà all’immagine dell’azienda un tocco di autorevolezza, trasmettendo agli utenti sicurezza e confidenza.

Halloween, così come tutte le festività sacre e profane, rappresenta per un imprenditore un modo creativo per ribadire la forza del proprio brand, soprattutto attraverso i social. Vediamone alcuni esempi di successo:

  • Indimenticabile la pubblicità della Heineken trasmessa in tv il 31Ottobre del 2006.
  • Ford nel 2014 lancia la campagna Spooky Halloween Car Wash Prank, trasformado un car wash in casa dell’horror. Il video, raggiunte le due milioni di visualizzazioni, è diventato virale.
  • Negli anni la festa di Halloween ha sollecitato la fantasia dei brand più famosi quali Pepsi, Burger King, Barilla, m&m, Mini, Guinness.

 

L’Halloween della tua azienda entrerà a far parte di questi case stories di successo?

Dal punto di vista del marketing in rete, la notte delle streghe è tutt’altro che uno scherzetto. Per realizzare un video potenzialmente virale o una campagna social di successo in un contesto come quello di vampiri, zucche, morti viventi e lupi mannari, servono professionisti.

Affidati ai servizi e all’esperienza Alsolved!

OPPORTUNITA’ SOCIAL PER LE AZIENDE: FACEBOOK LANCIA LE #STORIE SULLE PAGINE

Se le #storie sui profili Facebook non sono decollate, nonostante la possibilità di integrare sul social i mini video prodotti ogni giorno su Instagram da circa 250 milioni di utenti, lo stesso non è detto avvenga per le pagine ufficiali di aziende e marchi registrati sulla piattaforma.

Ed è per questo che Facebook non fa un passo indietro, ma uno decisivo in avanti e annuncia alle imprese attive sul social la possibilità di utilizzare le #storie per raccontare mission, servizi e prodotti in foto e video veloce che scompaiono dopo 24ore. Un’altra opportunità di marketing offerta dalla piattaforma di Zuckerberg alle aziende e che vedrà il suo lancio nel corso dei prossimi trenta giorni sulle app mobile per IOS e Android, ma non via web sul desktop.

Usufruire di questa novità sarà molto semplice: entrato nella timeline della Pagina, l’amministratore dovrà cliccare su “Crea una Storia”. Il resto viene da sé.

Una modalità per Facebook di fidelizzare e incrementare un bacino utenti che oggi conta due miliardi di persone, un’occasione per le imprese di trovare il proprio posto nel mondo social, farsi conoscere e aumentare le proprie vendite.

Desideri anche tu raccontare la tua storia sulla tua fanpage facebook?  Affidati al nostro Social Media Manager… la racconterà insieme a te!

STRAVOLGERE LA PROPRIA IMMAGINE AZIENDALE PER LA POPOLARITÀ SUL WEB È UN RISCHIO O UN’OPPORTUNITÀ?

DA IO CI STO DEI DIPENDENTI INTESA SAN PAOLO ALL’IRRIVERENZA DI TAFFO E DELLA MOTTA. QUANDO LA REPUTATION SOCIAL SUPERA LA MISSION AZIENDALE.

Sei sicuro di colpire il giusto target con il tuo video virale?

Sei sicuro di colpire il giusto target con il tuo video virale?

Io ci sto, lo slogan ideato dalla filiale banca Intesa San Paolo di Castigliore delle Stiviere, in provincia di Mantova, è diventato un video virale sui social. L’ironia dell’agenzia funebre Taffo nei confronti della morte ha ormai spopolato sul web. Il caso Motta ha suscitato orrore in chi non intende rinunciare all’idea della famiglia del Mulino Bianco, ilarità nei più cinici.

Al di là dei diversi obiettivi prefissati in comunicazione delle aziende sopra citate, in questa sede ci domandiamo:

Quanto è giusto che un’azienda si spinga oltre al target d’origine e alla propria mission per ottenere consenso ed aumentare la propria reputation in Rete?

Qual è la sottile linea rossa che separa il farsi conoscere sul web, arrivando anche a stravolgere la propria immagine, e l’obiettivo vendita di prodotti o servizi?

Riuscire ad emergere con un video virale in rete oggi è un successo, ma non bisogna sottovalutare uno degli aspetti più importanti con cui fare i conti. Il proprio target! Chi compra le merendine? I genitori “schiacciati dall’asteroide” o i 35enni che si divertono a deriderli? Chi cerca una pompa funebre? Il ragazzo che scrolla su facebook e si fa una risata o chi vive un lutto e il dolore per una persona scomparsa? Nel caso del video virale di Intesa San Paolo, realizzato per un contest interno ma sfuggito di mano spopolando sulla rete, la direttrice della filale ha perso credibilità agli occhi di un imprenditore che vuole investire i propri guadagni?

Due sono le domande principe che ogni azienda dovrebbe farsi prima di contattare un’agenzia che si occupa di advertising e marketing per concordare la propria linea di comunicazione sul web:

  • Qual è il mio target?
  • Voglio vendere a potenziali compratori o farmi conoscere alla massa?

Altra considerazione da fare è che i casi presi in analisi in questo articolo si riferiscono ad aziende già note, che non sono emerse spontaneamente grazie ad un video virale sul web. Un po’ come chiedere Ti piace vincere facile? a chi gratta e ci guadagna sempre qualcosa senza troppi rischi.

Attenzione dunque a paragonare brand conosciuti, che possono ottenere degli introiti a seguito di queste rispolverate pubblicitarie, a quelle imprese in cerca di visibilità per vendere i propri servizi o prodotti. Intesa San Paolo non subirà conseguenze negative a seguito del ridicolo video della filiale di provincia, anzi si potrebbe pensare anche ad un lieve incremento da parte di una clientela popolare. Ma la maggior parte delle imprese italiane non hanno la stessa portata o le spalle coperte della banca in questione e ogni passo deve essere ben ponderato e studiato da esperti.

È ovvio che dal servizio o dal prodotto che un’impresa offre ci si può più o meno sbizzarrire in pubblicità. L’importante è rimanere coerenti alla propria mission, e ciò non vuole dire non osare in comunicazione o rinunciare a innovazione e originalità.

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COME EVITARE UN EPIC FAIL: IL CASO DI INTESA SAN PAOLO

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Sta riscuotendo molto clamore un video di una filiale della Banca Intesa San Paolo di Castigliore delle Stiviere, in provincia di Mantova.
Il video è stato pubblicato sui Social e dopo poche ore ha riscosso un grande successo in termini di condivisioni, diventando un video talmente virale da finire sulla stampa locale e nazionale. Il video vorrebbe promuovere l’immagine della filiale lanciando un messaggio di vicinanza con la clientela e di appartenenza con la Banca, ma il risultato raggiunto è stato tutt’altro!
Il contenuto è diventato oggetto di ridicolo per migliaia di utenti che navigano in Rete e il motivo è molto semplice: basta guardare il video, che pubblichiamo in fondo, per capire l’ilarità che ha suscitato.

ALCUNE CONSIDERAZIONI

Tenendo presente che si voleva veicolare un messaggio motivazionale rivolto solo ai dipendenti interni (è diventato virale dopo che qualcuno incautamente l’ha pubblicato sul proprio profilo personale di Facebook), si può affermare che questo sia un classico caso di Epic Fail e che sia la dimostrazione di come non bisogna mai sottovalutare il potere virale della comunicazione, soprattutto oggi che il mondo dei Social Media imperversa.
Su questo caso si possono svolgere due importanti considerazioni:

  • la prima è che qualsiasi lavoro in ambito di marketing e comunicazione, sia nel caso di un messaggio da veicolare all’interno se si parla di una grande Azienda, sia soprattutto nel caso di un contenuto da pubblicare all’esterno per motivi promozionali, è sempre bene affidarsi a dei professionisti del settore. Nel caso del video della filiale, i dipendenti non sono videomaker esperti di marketing e quindi non erano tenuti a realizzare un contenuto ottimizzato per la comunicazione di oggi che viaggia principalmente in Rete.
  • la seconda considerazione, invece, è che bisogna sempre tener presente il contesto: in questo caso si trattava di una filiale di un importante gruppo bancario in Italia, quindi è necessario sempre mostrare un certo livello di professionalità. E’ vero che oggi si parla molto di “comunicazione non convenzionale” per indicare una serie di iniziative di marketing innovative e quindi non tradizionali, ma il fai da te è sempre da evitare!

Possiamo quindi concludere che nella comunicazione, soprattutto quando si utilizza come strumento la Rete, è sempre opportuno affidarsi a dei veri esperti per non finire come i malcapitati dipendenti della filiale San Paolo.

Vi ricordiamo che noi di Alsolved siamo Partner Premium di Google, veri professionisti nel campo della comunicazione sul web. Affidate a noi i vostri progetti per una comunicazione professionale ed efficace che aiuti veramente il vostro business.

COME EVITARE UN EPIC FAIL: IL CASO DI INTESA SAN PAOLO

La notizia BOOM del giorno dal mondo dei social è la nascita di Metaverso su cui Zuckerberg pare stia puntando tutto anche per uscire dall’intricata rete di questi ultimi anni in cui Facebook si è cacciato. La realtà virtuale annunciata da diverso tempo inizia a muovere i primissimi passi a partire dal semplicissimo logo che sta rimbalzando su tutte le pagine dei social e articoli online.

Perché questo nome, “Metaverso”, e chi lo ha ispirato? Ci troviamo nel libro fantascientifico di Neal Stephenson, “ Snow Crash”, del 1992, in cui si parla di una realtà virtuale in 3 dimensioni vissute da un avatar di noi stessi. Questa la versione letteraria, per i fatti Facebook ha già annunciato l’assunzione in Europa di circa diecimila esperti per realizzare il metaverso. Vediamo come:

Abbiamo già qualche esempio nei MMORPG, in cui tantissimi giocatori giocano insieme e interagiscono, nelle vesti di personaggi personalizzabili e in evoluzione attraverso l’acquisizione di competenze, accessori, attrezzature, valuta in-game. Ma anche nelle chat in 3D come Second Life o Active Worlds, in cui una comunità virtuale incontra in luoghi esperienze da consultare, come club musicali, giochi di ruolo, cinema virtuale e altro. Sì, un po’ inquietante, ma non cadiamo nell’errore di giudizio fatto dalle generazioni precedenti alla rivoluzione digitale.

Nello specifico, tornando a Facebook, come possiamo immaginare Metaverso?

Il Ceo di Fb, spiega il tutto rifacendosi all’etimologia greca del nome “dopo, di là” e punta a includere sotto un unico ombrello Instagram, Messenger, Quest VR, la piattaforma Horizon VR e altro. E continua “Siamo visti come un social media ma nel nostro dna siamo una società che costruisce tecnologia per connettere le persone. Facebook è uno dei prodotti più usati nella storia. È un marchio icona fra i social media ma sempre di più non include tutto quello che facciamo. Voglio ancorare il nostro lavoro e la nostra identità a quello che costruiamo andando avanti”.

La previsione è allettante perché Zuck ha parlato di un ecosistema di creatori in cui interagire, lavorare e realizzare prodotti con il conseguente moltiplicarsi dei posti occupazionali.

 

PICCOLI SEGRETI DI TWITTER, PARTE 3

L’ultima parte del nostro viaggio nei segreti di Twitter parla di un metodo prezioso per orientarsi meglio nel mare di cinguettii di milioni di utenti diversi.

GLI OPERATORI DI RICERCA

La ricerca interna di Twitter è molto potente e se la sfrutti al meglio puoi ottenere risultati estremamente precisi. Per gestirla al massimo, in maniera indipendente, utilizza gli operatori. Si tratta di comandi manuali che limitano i risultati.

Ad esempio:

  • “Alsolved” cerca la combinazione esatta.
  • #alsolved: cerca l’hashtag in questione.
  • from:alsolved: individua il testo inviati da @alsolved.
  • “alsolved” near:”roma” within:15km: trova il testo inviato vicino alla città.
  • alsolved since:2017-01-01 contenuti pubblicati dalla data indicata.
  • alsolved until:2017-01-01 tweet inviati fino alla data suggerita.

Uno dei punti più curiosi è lo smile. Se cerchi una parola con il simbolo 🙂 la ricerca proporrà i contenuti con un significato positivo. Se utilizzerai la faccina triste, 🙁 otterrai invece solo tweet con una valenza negativa.

Inoltre, il comando filter:links estrapola i tweet che contengono collegamenti ipertestuali.

Tutto questo diventa decisivo quando fai ricerche specifiche, per realizzata una campagna che coinvolga particolari utenti, influncer o argomenti.

PICCOLI SEGRETI DI TWITTER, PARTE 2

Nella seconda parte del nostro viaggio al centro di Twitter, ti sveliamo un altro piccolo segreto indispensabile per sfruttare al meglio questo social network, così amato da giornalisti, celebrità ed esperti di marketing.

IFTTT: GLI AUTOMATISMI SONO LA VIA!

Nessuno di noi ama particolarmente gli automatismi, ma un buon sistema IFTTT può aiutarti a garantire una continuità nei confronti dei tuoi follower e a migliorare diversi aspetti del tuo account. IFTTT è l’acronimo di If This Then That, ossia “Se (accade) Questo Allora (fa) Quello)” e si pronuncia /i’ft/.

Si tratta di un semplice sistema web che ti permette di creare delle sequenze di comandi elementari chiamati “recipe”, attivati da altri servizi web come Instagram.

Un esempio di “recipe” potrebbe consistere nell’inviare una email a seguito di un tweet contenente un particolare hashtag.

Proprio in tema di “recipe” vi segnaliamo una “ricetta” gustosissima per pubblicare su Twitter le foto di Instagram come native, risparmiando tempo e ottenendo un risultato molto più gradevole a livello di visual. Potrete così mostrare nel vostro tweet la foto vera e propria e non il link della foto su Instagram.

La ricetta è di Valentina Lepore e la trovi qui!

PICCOLI SEGRETI DI TWITTER, PARTE 1

Molti di noi usano Twitter senza sfruttarne al massimo le potenzialità. Ci sono, infatti, dei piccoli segreti che se svelati e impiegati in maniera corretta possono di gran lunga migliorare la vostra attività cinguettante, soprattutto che utilizzate il social network dei 140 caratteri per lavoro.

Iniziamo svelandovi questi…

LE LISTE PRIVATE

Le liste di Twitter permettono di fare una selezione dei contenuti in base alla classificazione che più ci piace. Puoi aiutarti così a trovare i contenuti che cerchi, esattamente dove li cerchi, nel preciso momento in cui ti servono.

Se ti occupi di digital PR e blogging sono praticamente indispensabili, in particolare se segui numerosi profili diversi.

Forse però non sai che possono esser rese assolutamente private, visibili dunque solo a te e non a chiunque. Per renderle private, ti basterà andare nella apposita sezione della privacy. Al tempo stesso, però, puoi continuare a monitorare la lista su Hootsuite e Tweetdeck.

TWITTER MOMENTS

I Momenti sono raccolte di tweet scritti su un unico tema o evento, che hai deciso di proporre in maniera esclusiva ai tuoi follower. La cosa più interessante di questa funzione è che puoi personalizzare la tua raccolta di Momenti come se fosse una pagina web, con il suo titolo, una immagina di copertina, sottotitoli e contenuti.

Puoi usare questa funzione per raccogliere solo i tweet più utili a determinati follower, fare un selezione dei momenti salienti di una determinata giornata/impresa a fini informativi. Insomma, libera la fantasia.

È un segreto, ma puoi dirlo a chi vuoi! 😉

Quote

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FACEBOOK STORIES: COSA SONO E COME FUNZIONANO

Oggi parliamo di Facebook Stories, altresì il fu Snapchat. La funzione base è sempre la stessa: creare una sintesi di contenuti con una durata limitata, solo 24 ore.

Non si tratta più di aggiungere una foto a un nucleo, a un album già dato, ma di catturare l’attimo e lasciarlo scorrere via poche ore dopo.

Le Stories lanciano un messaggio chiaro: devi essere qui e ora, devi seguire quello che faccio per ottenere il massimo dai miei aggiornamenti. Tutto questo può sembrare un limite, invece è qui che si trova la forza del visual storytelling dei social.

COS’È E COME FUNZIONA FACEBOOK STORIES

Facebook Stories è una nuova funzione che permette agli utenti di condividere foto e video in un contenitore, una sorta di presentazione simile a quella di Instagram e Snapchat, che scompare dopo 24 ore. Ogni storia contiene foto e video, e tutto questo dovrebbe essere rivolto a una singola e specifica narrazione; un dato evento, una giornata particolare, una cerimonia, ecc.

Proprio come su Snapchat, anche in Facebook Stories si possono aggiungere diversi elementi decorativi. Facebook riconosce il volto e ti permette di inserire effetti, sticker, scritte di colore differente.

Facebook Stories sembra proprio uguale a Snapchat. E a Instagram. Ma il fulcro è proprio questo: saper raccontare una storia è indispensabile per raggiungere determinati risultati.

PERCHÉ LE STORIE SUI SOCIAL FUNZIONANO?

Perché rappresentano un intrattenimento diverso da quello che sei abituato a fruire nel News Feed; un’immagine statica, un banner pubblicitario o un video preparato in precedenza possono essere dei capolavori qualitativi, ma non rappresentano la fisiologica evoluzione di un evento.

Nelle Facebook Stories tutto segue un percorso tipico della narrazione: si “leggono”/guardano da sinistra a destra, sono ordinate cronologicamente, racchiudono l’attimo in cui sono state create.

Questo rende la narrazione unica, imperdibile, non replicabile. La durata di 24 ore rende tutto più urgente: se vogliamo seguire le vicende di un contatto, e la relativa Facebook Stories, non possiamo perdere tempo. Dobbiamo esserci, per davvero.

A livello di marketing l’utilizzo di questo strumento comporta la tua capacità di creare un visual storytelling così avvincente da diventare imperdibile.

COME USARE FACEBOOK STORIES PER FARE BRANDING

Qualche idea?

  • Mostra il backstage delle cose che fai. Degli eventi che organizzi, del tuo ufficio, della preparazione di un dolce; è un modo interessante per portare il pubblico nel tuo mondo
  • Riassumi i passaggi salienti di un evento: interventi, protagonisti, dietro le quinte, momenti divertenti
  • Mostra la lavorazione, il processo che ti porta a chiudere in maniera soddisfacente un lavoro
  • Commenta un evento live, ti aiuterà a farti conoscere più da vicino

Raccontarsi è la base di tutto, devi raccontare quello che fai, e lo devi fare con gli strumenti che permettono di comunicare con un’immediatezza che solo immagini e video possono avere.

Quando hai gli strumenti, devi metterci solo le idee. 😉

SOPRAVVIVERE ALL’AGGIORNAMENTO DI BUSINESS MANAGER

Lo strumento più amato e odiato dai social media manager sta cambiando veste. Parliamo del Business Manager di Facebook, che proprio in questi giorni sta aggiornando la sua interfaccia per rendere la gestione più immediata.

Ecco un elenco delle modifiche essenziali, per non lasciarvi spaesati.

Per prima cosa, sarà possibile controllare meglio le pagine e i diversi account pubblicitari.

Adesso le pagine e gli account pubblicitari saranno divisi in categorie, mentre prima erano divisi per account.

Un’altra modifica riguarda la possibilità, per chi gestisce un numero molto ampio di clienti, di poter segnare i preferiti del momento per poterli trovare in testa.

Infine è stata migliorata la possibilità di controllo veloce delle attività recenti di ogni realtà attraverso un semplice click.

La strada per la realizzazione di uno strumento davvero performante (e gratuito) è ancora lunga, ma si tratta di migliorie utili e che speriamo favoriscano il lavoro di tutti i nostri colleghi smm! 😉

 

SOCIAL: 5 PICCOLE NOVITÀ DA NON PERDERE

1. TWITTER

È arrivata Twitter Lite! Si tratta di una versione alleggerita di Twitter, per connessioni lente. Riduce molto l’uso di dati d occupa meno di 1 Mb su dispositivo.

2. FACEBOOK

Il nuovo strumento che mette in guardia dalle fake news è finalmente arrivato, in forma di guida per riconoscerle: non fidarsi dei titoli, controllare gli indirizzi e considerare sempre che le notizie possono essere false.

3. MESSENGER

Abbiamo già parlato di novità in campo messaging, ma è di questa settimana l’implementazione in Messenger di M, un assistente digitale che durante la conversazione suggerisce sticker e link a siti e ad applicazioni in base ai contenuti che si stanno scambiando. Comodo, appena appena creepy.

4. YOUTUBE –  ARRIVANO LE DIRETTE STREAMING

Si tratta di una novità per profili con almeno 1.ooo iscritti. Per avviare uno streaming sarà sufficiente cliccare sul pulsante rosso “Go Live”, scattare una immagine di anteprima e lasciar partire da diretta. Al momento, non vi sono informazioni su futuri aggiornamenti che potrebbero rendere le dirette video di YouTube fruibili per tutti.

 

 

5. INSTAGRAM – ARRIVA IL NUOVO DIRECT

La condivisione diretta di foto e video adesso è ancora più semplice e veloce. I contenuti inviati con la nuova versione di Direct potranno essere visualizzati una solo volta e amici e follower avranno la possibilità di commentare. Una volta scomparsi rimarrà una nota a segnalare che qualcosa è stato condiviso.

#CASSINIGRANDFINALE: COME L’ULTIMA MISSIONE NASA È DIVENTATA UN EVENTO SOCIAL

Vi abbiamo già parlato di come le nuove modalità di comunicazione e gli straordinari aggiornamenti delle piattaforme social ci permettano di partecipare in diretta ad eventi che mai prima avremmo potuto immaginare e di condividere e godere di contenuti visuali perfetti, di qualità sempre maggiore.

Proprio grazie a queste rivoluzioni in campo tecnico, oggi stiamo assistendo all’ultima grandiosa missione della sonda Cassini.

Lanciata nel 1997, Cassini è arrivata su Saturno nel 2004. A seguito dell’ultimo passaggio ravvicinato con la grande luna Titano avvenuto lo scorso 21 aprile, Cassini ha cominciato il “gran finale” della sua straordinaria missione. Durante questo capitolo finale, Cassini orbiterà Saturno all’incirca una volta a settimana effettuando un totale di 22 tuffi nello stretto passaggio tra gli anelli e il pianeta.

La cosa straordinaria? La Terra potrà seguirla su social!

Se ancora non avete iniziato il vostro viaggio al fianco della sonda, vi consigliamo di farlo subito tramite il sito della Nasa e su Facebook. Un evento da non perdere, primo nel suo genere e nella storia dell’uomo.

Primo nella storia del social network.

 

 

TALK DROIDY TO ME. DI CHATBOT E NUOVE MODALITÀ DI INTERAZIONE UOMO-SOCIAL

Questo lunedì restiamo in tema di cambiamento. Una cosa alla quale possiamo fare sempre più caso è che le modalità di contatto sono sempre più varie. 

Condividere un messaggio, un pensiero, un contenuto video o fotografico, è ormai da anni possibile anche con un numero ristretto di persone. È una caratteristica nota di Facebook, quasi da sempre, ma negli ultimi tempi è comune anche ad altri servizi di messaggistica.

Oggi la selezione dei destinatari può avvenire in maniera ancora più facile, fluida e su vasta scala: basta scegliere se usare Messenger o Whatsapp, Snapchat, oppure social come Twitter e Facebook per avere chiara una stima delle persone che possiamo raggiungere.

Il numero crescente di soluzioni nell’ecosistema social comporta infinite modalità e sfumature nella condivisione: da one-to-one, passando per i gruppi, fino al pubblico.

Questo aspetto è essenziale per chi fa branding su social: è sempre più decisivo e determinante scegliere di stare su un social dove le conversazioni possano svolgersi o all’interno del news feed generale o rivolgendosi a un “pubblico” su scala differente.

Vediamo quindi il modificarsi dei contenuti in base alla piattaforma: da contenuti permanenti, destinati a restare nella memoria imperitura del social, passando per contenuti che si cancellano alla visualizzazione, altri che si generano sul momento in maniera sempre diversa, altri ancora che curano per un periodo limitato di tempo.

I brand, proprio come gli utenti finali, si adattano a questo assortimento squisito di possibilità e rendono sempre più vario il loro approcciarsi alla content curation. Per le grandi marche, è ancora più importante che in passato creare una strategia di contenuti come un’idea, una storia che va oltre le singole “Facebook Page”, “canali Youtube” o “Profili Instagram”: è importante che il piano editoriale sia capace di interpretare e adattarsi a queste nuove dinamiche, per offrire sempre contenuti di maggior valore.

Per quel che riguarda le conversazioni one-to-one o per gruppi, stanno nascendo e nasceranno velocemente strumenti gestionali basati basate su intelligenza artificiale e messaging, come i chatbot. Questo darà ai brand una capacità di interazione istantanea mai vista prima, attraverso contenuti emozionali o funzionali, all’interno di nuovi canali (soprattutto di messaggistica). Una grande opportunità per chi vuole mantenersi a disposizione degli utenti, attraverso i canali che questi usano più frequentemente.

Sul tema chatbot e evoluzione del messaging è interessante un intervento di David Marcus (Head of Messenger di Facebook) al Web Summit di Lisbona, di cui vi consigliamo assolutamente la visione!

IL SOCIAL, SEMPRE PIÙ VISIVO E “CASUAL”

Nel 2016 abbiamo assistito a diverse evoluzioni tecniche in campo social, molte di queste si sono poi tramutate nel 2017 in un sostanziale cambiamento nel modo degli utenti di rapportarsi ai brand.

Le tendenze social/digital delle community stanno confermandosi come sempre più visive, cangianti e orientate all’immediatezza, alla componente “live”. 

Basti pensare all’introduzione delle Stories in ogni social ad oggi conosciuto; Snapchat Spectacles, Facebook Messenger, Whatsapp, Instagram Stories… il grande aumento numerico di piattaforme e software per la condivisione diretta e immediata di contenuti quotidiani genera sicuramente un altissimo grado di complessità, ma si avvicina molto di più al modo di interagire più naturale e tipico delle persone.

Parte fondamentale di questo processo sono i device: ad oggi abbiamo la possibilità di riprendere la nostra vita con una tecnica e una qualità mai visti finora, con strumenti che occupano appena lo spazio del palmo della nostra mano.

In più, stats, analitycs, insight del tutto nuovi e alla portata davvero di chiunque, riescono a convincere le persone di avere sempre più controllo sul target che vogliono raggiungere e sulle modalità con cui farlo.

La comunicazione online sta mutando contemporaneamente in tre direzioni.

L’ELEMENTO VISIVO È SEMPRE PIÙ CENTRALE

Come dicevamo, la componente visiva ha un ruolo sempre più centralegli utenti, anche quelli con device ormai più obsoleti, hanno sempre più frequentemente accesso contenuti “immersivi”: augmented e virtual reality, video a 360° e video panoramici e interattivi.

La qualità della produzione in questi casi è fondamentale per rendere il contenuto efficace e condivisibile e questo trend coinvolge anche i brand, che hanno ora la possibilità di sviluppare content di altissimo livello, che promuovano con maggior impatto le call to action più varie.

CONTENT SEMPRE PIÙ LIVE: CONTENUTO SEMPRE PIÙ CASUAL

La capacitò di realizzare e offrire esperienze immersive convive con un’altra tendenza apparentemente opposta: un approccio sempre più “casual” alla comunicazione visiva. Soprattutto nei live e nei formati in stile “stories”, come quelli proposti da Snapchat e da Instagram.

Questi social offrono la possibilità di comunicare in modo visivo, ma conservando quel sapore low-fi, diretto e semplice, della interazione quotidiana. Questo impatta anche sul linguaggio dei brand, che possono scegliere anche un approccio più informale e personale per comunicare agli utenti, a seconda del canale che ne ospita i messaggi.

LE CONVERSIONI SONO SEMPRE PIÙ IMMEDIATE ED EVANESCENTI

Le evoluzioni degli algoritmi dei news feed portano gli utenti social in una realtà dove non esiste più un unico stream di notizie, comune a un intero gruppo/community; adesso anche utenti con numerosi amici in comune vedono news feed estremamente diversi tra loro, a seconda di singoli interessi, luogo in cui si trovano, ultimi siti visitati e via discorrendo. Il news feed di Facebook, il feed algoritmico di Instagram, il nuovo feed delle Stories di Instagram, Twitter con i tweet “while you were away”, la sezione Discover di Snapchat, tutte queste novità cambiano la maniera di fruire i contenuti da parte delle persone e, dunque, anche il loro modo di comunicare.

Le persone godono adesso di una maggiore selezione delle notizie, più specifica e soddisfacente, ma è innegabile che questo non coincida con un maggior controllo del modo in vengono a contatto con le informazioni e con i contenuti con cui desiderano interagire.

Queste tendenze opposte sono alla base di una cosa chiamata Filter Bubble.

In cambiamento anche il fattore conversion: molte piattaforme mettono a disposizione degli utenti la possibilità di interagire con contenuti a breve scadenza, con messaggi che svaniscono nel giro di pochi ore/minuti. Un cosa che forse ci ricorda l’internet dei primi 2000, con Irc e altre cose che ci facevano, sì, conoscere ma di cui non potevamo conservare traccia.

Insomma, stiamo vivendo un’evoluzione e il comportamento delle persone sui social sta radicalmente cambiando, modificando anche le piattaforme e i linguaggi.

Per i brand è un’opportunità preziosa da non lasciarsi scappare, si ha finalmente accesso a un numero sempre più alto di dati interessanti sui propri clienti e sui loro comportamenti: cosa genera maggior condivisione? Cosa unisce una community a un marchio? Che azioni possono essere attivate con l’utilizzo di linguaggi più specifici? Poter trovare le risposte a queste domande è un passo epocale per qualunque brand che desideri essere rilevante oggi.

INSTAGRAM: INVESTIRE IN PUBBLICITÀ O NEL FATTORE UMANO?

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L’INTRODUZIONE DI INSTAGRAM FOR BUSINESS CI HA MESSO DAVANTI A UN DILEMMA: È MEGLIO FARE PUBBLICITÀ A PAGAMENTO O VALORIZZARE IL COSIDDETTO “FATTORE UMANO”?

Insieme agli aspetti positivi da valutare al lancio di ogni nuova piattaforma, ci sono sempre almeno 3 buoni motivi per scegliere di non utilizzarla (o almeno, non subito).

Il tema Instagram for Business è stato affrontato anche qui in agenzia ed ecco le nostre conclusioni.

Partiamo da una premessa, però. Preferire una strategia basata sul “fattore umano” implica coinvolgere i follower attraverso contenuti originali, belli e di impatto, che raccontino una storia vera e che generi spontaneamente immedesimazione negli utenti. Si tratta di una strategia molto diversa dall’advertising tipico e, a nostro dire, è più naturale e coerente con il mezzo Instagram. Richiede però più tempo, risorse dedicate alla creazione dei contenuti e una storia da raccontare.

È più difficoltoso e per niente automatico, ma pensateci: quando vediamo dei  post sponsorizzati su Instagram, i brand che ne fanno uso non perdono ai nostri occhi un po’ di identità… del loro “fatto umano”, appunto?

Quando Instagram ha annunciato il lancio del proprio tool per le imprese, sembrava avverarsi il sogno di tanti digital marketer: il dark social per eccellenza metteva finalmente a disposizione i propri Analytics, rendendoli consultabili direttamente nell’app. Grandioso!

Ma questa dinamica non ve ne ricorda una già vista? Un percorso simile è stato compiuto proprio dalla casa madre di Instagram, Facebook.

Sono passati dieci anni da quando Facebook hai introdotto le “Pages”, che hanno consentito a organizzazioni, aziende, celebrità, grandi e piccoli gruppi, di aprire dei profili pubblici grazie ai quali interagire più facilmente con i loro fan/follower, coltivandone il sostegno e acquisendone di nuovi. Nel 2007, più di 10.000 imprese lavoravano fruttuosamente con le pagine di Facebook.

All’epoca, però, una Pagina era sempre e solo la stessa pagina; non c’era maniera per differenziare la pagina di una azienda da quella di un privato.

Per movimentare la faccenda, Facebook ha inventato le “Business Pages”, grazie alle quali è diventato possibile analizzare le pagine e migliorarne l’andamento – tenendo conto di dati demografici, di traffico ed engagement – e creare campagne pubblicitarie in target.

Il 2014 è l’anno cruciale della svolta di Facebook, quando è stato annunciato un nuovo aggiornamento del news feeduna modifica all’algoritmo che di fatto limita la capacità delle pagine, ma che secondo Facebook, aiuta gli utenti a costruirsi un feed più “piacevole”, che mostra “solo ciò che realmente si vuole vedere”. Suona simile alla notizia che Instagram ha condiviso negli ultimi mesi, vero?

Alla fine di questa operazione, i gestori di tutte le pagine si sono trovati a dover pagare per rendere visibili i loro post, attraverso gli strumenti per la creazione delle inserzioni.

Ben fatto, Facebook: questo sì che si chiama monetizzare! Ma adesso la festa è finita.

Se facendo un passo indietro nel 2007 avessimo immaginato che Facebook avrebbe reso l’organic reach delle pagine quasi del tutto irrilevante, forse avremmo scelto una strategia diversa per trovare nuovi contatti e conversioni online. Forse, avremmo scelto di raccontare una storia più personale.

Ed è qui che si è inserito un mezzo come Instagram.

Naturalmente la versione for Business di Instagram offrirà nel tempo molti vantaggi rispetto alle sue versioni precedenti, ma se tenete di più a personalizzare la vostra comunicazione che a fare ottimi advertising, ecco 3 buoni motivi per resistere al canto della sirena insight.

1. ORGANIC REACH, MANTENERLO E CURARLO

Se non passerete a Instagram for Business, manterrete il vostro organic reach.

Il valore organico dell’engagement non ha prezzo quando si tratta lavorare sull’immagine di un brand. Una interazione organica ha molte più probabilità di tradursi in una conversione.

Quando però vengono limitati i parametri organici di una piattaforma a livello di algoritmo, si finisce per forza a dover pagare per essere più visibili, ma sponsorizzare un singolo post è di certo un’attività più sostenibile (a livello monetario e di immagine) che pagare costantemente degli annunci. Anche se siete un brand consolidato, con un budget pubblicitario di milioni di dollari, avrete bisogno di qualche impression organica per rimanere impressi nella mente dei vostri follower!

2. LA BRUTTA ETICHETTA “POST SPONSORIZZATO/SCOPRI DI PIÙ ”

Nei risultati di Google qual è il link che cliccate per primo? Solitamente, il primo nella lista a non essere un annuncio.

Lo stesso vale per Instagram: alla vista dell’etichetta “post sponsorizzato” o “scopri di più” su una foto, si tende a scrollare oltre senza nemmeno rilasciare impressioni. “È solo pubblicità”, viene naturale pensare.

I post autentici, personali, creati ad hoc dagli account che abbiamo deciso di seguire, saranno sempre i nostri preferiti, quelli che ci soffermeremo a vedere, valutare, ricordare.

3. INVESTIRE NEL FATTORE UMANO

Crediamo che la sfida rimarrà aperta tra i marchi che sapranno meglio adeguarsi, in maniera fluida e naturale, alla vita delle persone e ai modi di comunicare degli utenti di ogni piattaforma. Facendo, insomma, scelte sempre più umane e meno automatizzate.

I brand che fanno una buona comunicazione su Instagram mirano a creare una connessione emotiva con i propri follower: è quella che fa scattare la scintilla.

Quando vediamo un post sponsorizzato, emergono le caratteristiche robotiche dell’invio automatico e il brand riduce la sua comunicazione a una serie di attività automatiche che non ispirano fiducia in nessuno.

Non dimenticate, anche la pubblicità digitale è una storia d’amore. Ed è così normale innamorarsi di un qualcosa che ci ispira, che ci parla chiaramente, che un po’ ci somiglia.

Parlare e agire in maniera umana, in questo lavoro dominato dalla tecnica, è il modo migliore per costruire una grande brand identity.

MARKETING: 5 SUGGERIMENTI PER OTTIMIZZARE I TEMPI DI LAVORO

Come riuscire ad organizzarsi al meglio con tante attività da completare e sempre meno tempo per farlo? È possibile arrivare a fine giornata senza stress e milioni di cose ancora da concludere?

Lavorare nel digitale è molto stimolante: bisogna saper mantenere diversi progetti insieme, avere le cose sotto controllo e restare aggiornatissimi sulle evoluzioni del settore. È un mestiere che cambia di continuo e la mole di lavoro può diventare all’improvviso molto difficile da gestire; esistono però diversi espedienti per gestire al meglio il tempo a disposizione.

La Alsolved ha pensato a 5 consigli che ti aiuteranno ad ottimizzare i tempi di lavoro e a non diventare troppo presto un vecchio marketer del tutto pazzo.

1. AUTOMATIZZARE IL LAVORO: DIRE SÌ AI SOFTWARE INTELLIGENTI

All’inizio fare tutto da soli permette di imparare molte cose: l’intraprendenza e l’entusiasmo iniziali ci fanno diventare bravi praticamente in tutto. Tuttavia, quando lavoro, clienti e progetti aumentano, è bene optare per dei piccoli supporti tecnologici che possono decisamente migliorarci la qualità della vita e del lavoro. Parliamo degli strumenti di marketing automation, una risorsa preziosa per tutti i professionisti del settore. Si va dai software per la programmazione dei post e delle mail, passando per gli strumenti di task management, fino agli alert automatici, ecc.

In Alsolved usiamo Asana per coordinarci nel lavoro di team e il nostro dipartimento creativo usufruisce di Hootsuite per la programmazione dei piani editoriali su social.

2. SCRIVERE PROMEMORIA E APPUNTARE LE SCADENZE

Lo diciamo semprelavorare del digital marketing richiede saper ragionare per scadenze e obiettivi, ma un errore che si commette spesso è quello di non fissarne ogni giorno. Fissare delle scadenze e degli obiettivi è un buon modo per conoscere se stessi e per imparare che non siamo macchine: non pretendiamo da noi stessi l’impossibile, altrimenti finiremo per non guadagnare nulla dal nostro operato. Per lavorare con ritmo ed efficienza bisogna valutare cosa effettivamente si riesce a fare, nelle ore lavorative che ci si è prefissati. Né più né meno. Appuntati le scadenze e valuta quanto lavoro ti ci vuole per rispettarle. 

3. NON RINUNCIARE ALLA PAUSA

Staccare gli occhi dal lavoro per un momento è un metodo infallibile per ripristinare la concentrazione: al contrario di ciò che si potrebbe pensare, fermarsi per fare una pausa può solo che migliorare la produttività. Non rinunciarci, mai! Imposta una sveglia se tendi a dimenticartene. Fermarti è importantissimo.

4. AVERE SEMPRE UN PIANO

Nelle giornate di fuoco, ad alta concentrazione di impegni, brief, debrief, CDA e chi più ne ha più ne metta, una pianificazione attenta delle attività giornaliere può salvarti dal caos totale.

Se non sai da dove cominciare, ti sveliamo un trucco: prova a cronometrare le tue prestazioni nel giro di qualche settimana, scoprirai quanto tempo ti serve per svolgere le tue solite attività e potrai ricavarne una stima veritiera. Avere un piano per sopravvivere è tutto!

5. FAI UNA SOLA COSA PER VOLTA

Sembrerà banale, ma essere multitasking può essere una risorsa per alcuni, ma non per tutti. Anche chi riesce per natura a tenere insieme più attività, rischia di sbagliare. Meglio perciò concentrarsi su una cosa alla volta e non tornare a rimuginarci e a ri-lavorarci una volta conclusa. Fai una cosa per volta, una volta per tutte. 😉

WEB MARKETING: 5 CONSIGLI PER FARLO ALLA GRANDE

Non si si diventa web marketer da un giorno all’altro né le strategie di comunicazione web non si possono inventare. La visibilità e una web reputation di cui andare fieri non sono cose che piombano dal cielo all’improvviso; richiedono lavoro, costanza e immaginazione. E investimenti.

Capita ancora di incontrare persone, anche CEO e capi d’azienda affermati, convinti che il web marketing sia cosa che si può fare gratis o con pochi centesimi di investimento. Si tende a trascurare un fatto semplice: i risultati sono commisurati agli investimenti che si fanno in termini di pubblicità e risorse professionali.

Patendo da questo presupposto, ecco gli elementi imprescindibili per tutte quelle aziende che vorrebbero lanciarsi sul web e ottenere maggiori conversioni dalla loro presenza online, rendendo il web marketing una vera risorsa di business.

1. DECISIONI: PRENDERLE SEMPRE IN BASE AI DATI, NON ALLE IMPRESSIONI MOMENTANEE

L’effetto di una qualsiasi azione pubblicitaria è emotivo, diciamo pure sentimentale, e – volendo – fortemente opinabile. I metodi a cui si arriva a concepire però un’azione promozionale sono sempre calcolatissimi, basati su previsioni di mercato, target, budget. Dati, dati, dati.

Potrà sembrare banale, eppure tra gli errori più commessi c’è l’improntare la propria strategia promozionale su ciò “che si crede” efficace, su quello che “si ritiene” più coinvolgente, solo su quello “che piace” a chi deve impostare il lavoro. Insomma, su opinioni, impressioni e sentimenti puramente personali.

“Secondo me dobbiamo puntare tutto su Facebook.”

“Secondo lui la landing page degli annunci AdWords va impostata in un altro modo.”

“Secondo l’altro quel bottone converte di più, perché è più bello.”

“Secondo lei c’è da fare un’app perché ormai tutti usano le app, per QUALSIASI cosa.”

secondo me in questo lavoro stanno a zero, contano solo i dati, le ricerche, i feedback, i risultati delle analisi e dei vari test; non è possibile impostare alcuna strategia efficace sulla base di semplici impressioni. Nel marketing tutto ruota intorno alla raccolta e all’analisi dei dati.

Una miriade di dati che, se ben raccolti ed interpretati con buonsenso, possono permetterci di costruire una strategia solida, vincente.

Ci sono dubbi? Incertezze? Dati discordanti? Le soluzioni sono sempre tre: testare, testare e testare ancora.

2. ASCOLTARE E ANALIZZARE

Fare un piano di web marketing non significa solo immaginare una strategia funzionale, si passa anche per la selezione degli strumenti, dei canali, dall’analisi del brand, del suo target, dei suoi competitor e dello scenario di settore; senza questi step non si starà facendo web marketing, si starà piuttosto mettendo in scena una commedia scoordinata, priva di regia e di attori sul palco.

Il nostro sito funziona? È facilmente navigabile e risponde alle richieste dei nostri clienti?

Cosa cercano online i nostri potenziali clienti? Cosa li convince ad acquistare un prodotto o un servizio?

Come si comportano i competitor? Che azioni hanno scelto di fare per promuoversi e posizionarsi meglio sul web?

Queste sono solo alcune delle domande da porsi prima di dare inizio alle grandi danze.

3. ARREDARE BENE LA PROPRIA CASA SUL WEB: IL SITO

Non c’è strategia online che funzioni se il tuo sito non funziona.

Il peggior errore che puoi commettere è quello di veicolare la tua strategia promozionale su spazi non completamente tuoi – ad esempio i social -, sui quali non hai il pieno controllo e sui quali non puoi raccontare nel dettaglio il tuo brand. Al centro di tutto deve esserci il tuo sito web, con le campagne AdWords attivate, i social collegati, la newsletter sincronizzata, il blog aggiornato, ecc.

E ricorda, il sito deve essere ottimizzato e usabile: con template responsive che possa garantire una perfetta navigazione anche da mobile, testi seo friendly e originali, menu chiari e sezioni ben riconoscibili tra le quali orientarsi.

4. RAGIONARE PER OBIETTIVI, ANCHE DI CONVERSIONE

Hai collegato il tuo sito a Google Analytics? Hai settato dei chiari obiettivi di conversione? Se non lo hai ancora fatto, devi assolutamente. Solo così avrai un’idea chiara dell’impatto che il tuo sito ha sul suo tuo business, sulle vendite e sugli obiettivi che ti sei prefissato di raggiungere.

È importante capire che gli obiettivi di conversione non sono fondamentali solo per gli e-commerce, che hanno la specifica necessità di seguire e analizzare gli acquisti, sono indispensabili per qualsiasi attività operi online in qualunque settore.

Ogni sito deve avere degli obiettivi e questi obiettivi vanno tradotti in obiettivi di conversione.

L’obiettivo del tuo sito è far scaricare contenuti? Raccogliere iscritti alla newsletter, oppure feedback e commenti? Qualunque sia il tuo obiettivo, Google Analytics ti aiuta a capire se riesci a raggiungerlo e in che modo.

5. MONITORARE E OTTIMIZZARE SEMPRE

Tutto quello che sta avvenendo online, anche in questo preciso istante, è destinato a cambiare a velocità della luce. Questo è il bello del web marketing: la sua mutevolezza e le sfide continue che ci mette di fronte.

Non c’è mai una modifica definitiva, non è mai un lavoro concluso, tutto cambia, si aggiorna e migliora.

Ecco perché è necessario monitorare costantemente. Cosa? Tutto!

L’andamento delle campagne AdWords, le performance social, gli aggiornamenti dei software e degli algoritmi delle piattaforme, i cambiamenti dei gusti delle community e dei trend di mercato.

Il web marketing è un mestiere e una disciplina in evoluzione continua, che richiede costanza, impegno, analisi e professionalità. E soprattutto, orientamento agli obiettivi.

Monitorare i nostri risultati e aggiornarci di continuo, sperimentando e immaginando nuovi modi di emergere, è il modo migliore per realizzare un business solido e durevole.

 

I 4 PRINCIPALI ERRORI IN UNA CAMPAGNA ADWORDS

Molti dei nostri clienti hanno provato a creare da soli la loro campagna AdWords e, ricevuti risultati davvero poco incoraggianti (costo per click molto alto e pochi contatti/ordini), si sono poi rivolti alla Alsolved.

Ti sarà di certo capitato di ricevere per posta un coupon di Google, con un buono di un tot di euro da investire in annunci. Nella lettera allegata, Google ti ricorda che la pubblicità su AdWords è semplice e veloce da fare.

Ed è proprio così che sembra: semplice. Sono quattro righe, una blu, un paio nere e una verde con un link, appena una manciata di caratteri in tutto.

Ma una cosa che non sai quando inizi è che per ottenere dei risultati ottimali devi studiare, modificare e seguire di continuo la tua campagna AdWords.

Magari la campagna porta subito un aumento di traffico, ma il problema resta il fattore conversioni.

Cosa si intende per conversione? È il magico processo che trasforma un semplice utente disperso nella rete in un cliente!

Una campagna AdWords realizzata in maniera professionale si compone di moltissime varibiali e non sono poche le tecniche da impiegare per renderla buona e sufficientemente interessante per Google, cosa che comporta un aumento del Punteggio di qualità e di conseguenza una riduzione dei costi per click.

Una domanda che ci viene fatta spesso è: “Ma Google come fa a calcolare il costo dei click?”

A questo proposito, ti consigliamo di vedere questo video in cui Hal Varian, Google Chief Economist, spiega esaustivamente come Google decide il prezzo e la posizione degli annunci.

Questo strumento sembra semplice ma in realtà è davvero complesso, non per niente AdWords rappresenta più del 90% delle entrate economiche di Google!

QUALI SONO GLI ERRORI PRINCIPALI DA NON COMMETTERE CON ADWORDS?

Iniziamo col dire che non esistono regole che vadano bene per tutte le campagne, ci sono molti fattori da considerare, e ogni tipologia di Business può rispondere a dinamiche diverse; addirittura la stessa campagna, dà risultati diversi nei vari periodi dell’anno.

Quelli che ti elenchiamo in questo articolo sono però errori che più o meno valgono per la maggior parte delle campagne AdWords.

1. FAR ATTERRARE GLI UTENTI SULLA HOMEPAGE DEL SITO

Quando effettuiamo una ricerca su Google ci aspettiamo che il motore di ricerca ci presenti dei risultati pertinenti alla nostra richiesta. Se un utente clicca sul nostro annuncio si aspetta di trovare anche nel nostro sito gli stessi prodotti/offerte a cui è interessato, ma se atterra sulla homapage questo è difficile che avvenga.

Pensate a voi come utenti, state cercando una cosa specifica e quando andate a trovarla arrivate su una homepage, con il suo menù, le immagini, i bottini, le sezioni, le categorie… all’improvviso trovare ciò per cui eravate lì diventa molto difficile e abbandonate la pagina per cercare altrove.

Inoltre, non creare pagine di destinazione (landing page) specifiche per ogni annuncio penalizza i parametri secondo cui Google giudica buona o meno la nostra campagna pubblicitaria. 

Cerca dunque di indirizzare gli utenti direttamente sulla pagina dove possono trovare il servizio che stavano cercando su Google e per il quale hanno scelto il tuo annuncio, così vedrai diminuire molto il tasso di abbandono del tuo sito e avrai modo di convertire di più.

2. CREARE UN ANNUNCIO CON TROPPE PAROLE CHIAVE NON PERTINENTI

I principi di “Lezioni Americane” di Italo Calvino sono applicabili anche alla tua campagna AdWords; tra tutti, il principio di Esattezza. Il motivo che ha reso Google il motore di ricerca numero uno risiede nella precisione con cui viene curata la pertinenza delle ricerche con i risultati. Questa ricerca di esattezza assoluta è valida anche per AdWords.

È assolutamente da evitare, perciò, l’inserimento di troppe keyword e magari anche poco pertinenti tra loro, in un unico gruppo di annunci. Si tratta di un errore per cui il Punteggio di qualità rasenta lo zero, il costo del click è abnorme e possiamo pure scordarci di convertire!

Possono essere raggruppate diverse parole chiave in un solo annuncio di testo, ma vanno scelte solo quelle più pertinenti tra loro.

3. NON SEGUIRE I RISULTATI DELLA CAMPAGNA

Un errore tipico e facile da commettere è quello di non seguire l’andamento della campagna AdWords che abbiamo creato.

Seguirla bene significa accorgersi per tempo se alcune parole chiave che abbiamo inserito non convertono, alcune hanno diverse impression ma non risultano cliccate, altre sono troppo generiche e non portano ad alcuna richiesta da parte degli utenti.

Ecco perché ottimizzare di continuo una campagna è necessario per farla funzionare. Cambia i link di destinazione, aggiungi nuovi parole chiave e eliminane altre, modifica il testo dell’annuncio, insomma sperimenta il più possibile e il più continuativamente possibile!

4. IMPOSTARE UN TARGET GEOGRAFICO IMPRECISO

AdWords fa una cosa utilissima: ci permette di mostrare i nostri annunci a persone che vivono nell’area coperta dai servizi che forniamo.

Dunque perché spendere di più per mostrare i miei annunci in luoghi dove la mia attività non può arrivare?  Perché ottenere visite sul mio sito da altri continenti quando il mio interesse si limita alla mia provincia?

Impostare un focus su una precisa area geografica riduce le inutili perdite di budget.

Non dimenticare che ogni clic ha un costo e quindi ogni visita deve rappresentare una potenziale conversione che sia una vendita, un ordine o una richiesta di informazioni.

VENDERE SU FACEBOOK, SÌ O NO?

Hai una pagina Facebook e pure un sito. Da qualche tempo sei indeciso sull’apertura di un e-commerce: lo desideri molto ma ti sembra una operazione macchinosa, costosa e lunghissima.

Hai però notato che Facebook ha implementato la funzione “Vetrina” e vorresti provarla. Bene! Aprire un negozio su Facebook offre dei vantaggi concreti, è un buon metodo per migliorare il fatturato.

Da dove iniziare? Chi è il tuo target? Dove si trova e di cosa ha bisogno? Come puoi intercettarlo?

Ma su Facebook, ovviamente!

Il tuo target è praticamente TUTTO su Facebook e sulla piattaforma esprime i suoi gusti, le proprie necessità e molte cose che ti torneranno utili quando andrai ad aprire il tuo negozio. Non ti serve altro.

Occhio però, sono moltissime le imprese che pensano di poter iniziare questo tipo di lavoro senza una guida. Lo sappiamo, anche tu almeno una volta ti sei ritrovato a pensare: “È Facebook, ce l’ho! Che ci vuole? Lo sanno usare tutti”.

Questo tipo di convinzioni rappresentano quello che in Alsolved chiamiamo Il Danno, diminutivo amichevole di Dannosissimo Danno Dannoso. Se c’è un modo per danneggiare l’immagine della tua attività online è sottovalutare i mezzi con i quali vorresti promuoverla.

Partiamo con elenco preventivo di cose fare per iniziare a vendere su Facebook:

1. APRI LA PAGINA GIUSTA

Sono moltissime le tipologie di pagina che puoi aprire. Scegli bene la tua, quella che rispecchia la tua attività: hai un locale? Un negozio? Sei un fornitore di servizi? Inserisci con esattezza tutti i tuoi dati: è il primo passo per creare una pagina funzionale.

2. NO ALLO SPAM

Non invitare tutti i tuoi amici, parenti e conoscenti a mettere like alla tua pagina. Non serve. Non saranno loro a comprare da te. Per dare visibilità alla tua attività commerciale, ti serve una strategia di social media marketing. E l’unico modo per raggiungere potenziali clienti, realmente interessati a ciò che vendi, è rivolgersi a dei professionisti.

3. DISPONI BENE I TUOI PRODOTTI

Stai gestendo un negozio vero e proprio, anche se virtuale, perciò il visual è tutto. Scegli la disposizione dei tuoi prodotti tenendo conto di cosa preferiresti si visualizzasse prima o di più, cosa può essere messo in offerta oppure pensando a ciò che potrebbe essere più vendibile ai tuoi fan di Facebook. Ricordati, nessun conosce meglio di te il tuo business. Pensa a cosa si aspettano da te i tuoi clienti e aiutali a trovarlo il più velocemente possibile.

Hai fatto i tre passi essenziali, adesso ti regaliamo qualche piccolo trucco di prestigio per impreziosire il tuo negozio su Facebook.

ATTIVA IL MESSAGGIO DI BENVENUTO

Su Facebook è chiamata Welcome Note, si tratta di una sorta di messaggio di benvenuto che gli utenti visualizzano quando atterrano sulla tua pagina di Facebook e solitamente si colloca nell’area dedicata ai suggerimenti sui luoghi.

Il messaggio riporta in automatico la descrizione breve della pagina, ma puoi personalizzarlo.

Vuoi attivarla? Vai su Impostazioni, poi a sinistra su Suggerimenti dei luoghi. Scegli di aggiungere un messaggio di benvenuto e caricare una foto o una grafica personalizzata: come dicevamo il visual è essenziale.

PROMUOVI LE RECENSIONI

Non essere spaventato, i feedback degli utenti determinano l’attendibilità del tuo negozio: devi incentivarli. Attiva le recensioni, rispondi con cordialità e disponibilità anche a quelle negative. Permetti a chi arriva sulla tua pagina di valutare il tuo lavoro e il tuo approccio.

Un range di qualità che va da 1 a 5 stelline, ti sembra poco? Non lo è affatto. È incisivo, funzionale e aiuta subito a far capire la qualità del tuo operato. Le persone si fidano delle persone.

RICORDA LA PUBBLICITÀ

Sfatiamo un mito: Facebook non è gratuito. Sì, puoi aprire tutte le pagine che vuoi gratuitamente, ma se vuoi che siano visibili il giusto devi investire acquistando degli spazi pubblicitari. Le inserzioni di Facebook sono uno strumento per settare i tuoi advertising come più ti piace: a seconda del budget e dell’obiettivo impostato, Facebook stima i risultati che puoi ottenere.

Ti accorgerai che gli advertising di Facebook possono rivelarsi decisivi quando devi lanciare una particolare offerta, promuovere un evento, vendere un servizio disponibile solo per un determinato periodo di tempo o farti trovare in una precisa area geografica.

APRIRE UN NEGOZIO SU FACEBOOK, SÌ O NO?

La nostra risposta è sì! Apri il tuo negozio seguendo i nostri consigli e con il supporto di professionisti del settore. Vedrai le tue vendite crescere pian piano, sempre di più, con il vantaggio di usare uno strumento nuovo, moderno e all’avanguardia per promuovere la tua attività.

Buona fortuna e buon lavoro!

WEB WRITING: LA PAGABILE ARTE DI FARSI LEGGERE

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Saper scrivere per il web, conoscere le potenzialità di un testo seo friendly e amare tantissimo i propri lettori sono doti essenziali per costruire e mantenere florido un blog.

E ti diremo di più: è una vera e propria arte e, in quanto tale, non è affatto “impagabile”… tutt’altro! Non è straordinario?

Comunicare la comunicazione, raccontare se stessi e i propri obiettivi, i mille e più modi in cui ci si prefigge di raggiungerli, non è solo un modo per fare rete, condividendo contenuti di valore e diffondere conoscenza – merce ancora rara sul web -, si tratta anche di un modo efficacissimo, per niente banale, per fatturare.

BLOCCO DELLO SCRITTORE

Lo sappiamo. Il blocco dello scrittore sa essere peggio del colpo della strega: è intenso, persistente e fastidiosissimo. Ed è la prima criticità a cui si va incontro. Ma, ehi… di sicuro in altri hanno scritto la stessa cosa a cui stai pensando, altrove, in un altro blog e in maniera migliore di come potresti fare tu, ma questo non ha alcuna importanza: siamo in tanti? Meglio! Pensa a internet e ai blog come a una biblioteca infinita di risorse alle quali puoi attingere e, soprattutto, contribuire.

Se vuoi farlo subito e ci tieni a raccontare cosa hai imparato dal tuo business, devi semplicemente incominciare a scrivere.

PRIMI PASSI

Se non immagini neppure lontanamente da dove iniziare, ti consigliamo noi i primi passi che puoi fare. Seguili, fidati e inizia a ballare.

Dovrai:

1. Studiare il tuo target

2. Rodare il metodo

3. Scegliere un argomento e scrivere la tua prima frase

1. STUDIA IL TARGET

A chi vuoi parlare, come e perché? Il tuo target è composto – incredibile, ma vero – da persone e, in quanto tali, tutte hanno desideri, problemi, sogni, ambizioni. Restringi il tuo focus sulle persone con sentimenti che puoi corrispondere, le cui richieste possano essere fonte di ispirazione anche per te e per il tuo blog.

Ad esempio, hai un’agenzia di viaggi e vuoi tenere un blog? Concentrarti sui pensieri di un tuo potenziale cliente: di sicuro si tratta di qualcuno che sogna di viaggiare. Ora pensa al come. Forse vuole viaggiare comodamente, spendendo poco, oppure spendendo tanto, in maniera avventurosa, con la famiglia, da solo… Sceglilo. Scegli lui, proprio lui, il cliente a cui vuoi dire proprio quella cosa che vuoi raccontare. Sceglilo e aiutalo a sceglierti. 

2. PROVA IL METODO

Notizia bomba: nessuno conosce meglio di te il tuo business. Parti avvantaggiato! Scegliere il metodo con cui parlarne non sarà così difficile.

In che modo pensi sia meglio rivolgerti ai tuoi clienti? In maniera formale o informale? Forse preferiscono un rapporto più amichevole o magari vogliono ricevere da te solo notizie brevi, essenziali.

Fai dei tentativi, sei in fase di rodaggio e sbagliare non è un problema. Anzi, ogni errore è una ricchezza per il futuro. 

3. SCEGLI L’ARGOMENTO E SCRIVI LA TUA PRIMA FRASE

Ci siamo quasi, quella cosa lì che vuoi tantissimo dire proprio a quel cliente lì ce l’hai. Eccola, è sulla punta delle dita, sta scalpitando per uscire e riversarsi sulla pagina. Sei un vulcano di parole vorticanti, frasi esplose, intere galassie di concetti, consigli, regole, elenchi puntati.

Ora fermati. Hai tutto nelle tue mani, non c’è più niente da cercare, da valutare, da studiare. Hai già ogni cosa.

Respira profondamente… e scrivi la tua prima frase.

Da oggi in poi, la prima frase di ogni tuo post sarà semplicemente una. Per dirlo come Ernest Hemingway: “Non devi fare altro che scrivere una frase sincera. Scrivi la frase più sincera che sai”.

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