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I 5 ESERCIZI DA FARE IN SMARTWORKING E LE APP PER RIMANERE IN FORMA A CASA

In questi giorni di emergenza siamo tutti chiusi in casa e i più “fortunati”, che hanno potuto portare il lavoro a casa in “smartworking”, passano ore e ore seduti tra call con i colleghi ed email dal computer. Ci tocca, ma quanto pesa restare fermi senza fare un po’ di esercizio fisico all’aria aperta?

Nessun problema, ci pensiamo noi. Ecco i 5 esercizi che si possono svolgere tranquillamente da seduti, per il nostro benessere psichico e fisico, e ricaricare le energie:

Per le braccia: mettete i palmi sulla scrivania davanti a voi, fate pressione verso il tavolo contraendo i muscoli per 15 secondi, riposate per altri 15 secondi e ripetete il tutto per altre due volte.

Per gli addominali: da seduti, alzate le gambe unite fino a formare una L con il corpo, tenete la posizione per almeno 7 secondi, e ripetete l’esercizio per 8 volte. Provate lo stesso esercizio anche con le gambe incrociate!

Per il collo, ogni 3-4 ore: da seduti, fate lentamente 3 giri in senso orario e 3 in senso antiorario con il capo. Riposate per una decina di secondi e poi ripetete il movimento. In alternativa, muovere il capo davanti dietro e destra-sinistra.  E addio torcicollo!

Per i glutei, da seduti contraete i muscoli per 10 secondi e poi riposate per altrettanti, ripetere per 5 volte. Un altro esercizio molto comodo e facile: Mettetevi dietro la sedia e appoggiate le mani per non perdere l’equilibrio. Portate una gamba tesa all’indietro, ripetendo il movimento per 20 volte. Fatelo per entrambe le gambe in maniera alternata.

Per i polpacci, da seduti, alzate i talloni dal pavimento come a volersi mettere sulle punte, e poi tornate in posizione di partenza. Ripetete il movimento per 15 volte.

Ecco alcuni piccoli esercizi facili da fare in casa senza l’aiuto di nessun peso o attrezzo. Provate a farli tutti i giorni, a ripetizione di 3 per ogni categoria. Ciliegina sulla torta (dietetica) un po’ di sano stretching. Un metodo facile per allungare i muscoli? Da seduti toccatevi le punte dei piedi mantenendo la posizione per una decina di secondi.

Abbinate questi esercizi, da fare comodamente alla scrivania in smartworking, con esercizi di respirazione, così da rilassare anche la mente. Ovviamente le attività che si possono fare in quarantena sono infinite e, grazie al digital, diversificate. Qualche piccolo esempio? L’app della “Nike Training” per i più sportivi o “Down Dog” per gli appassionati dello yoga in cerca della pace interiore attraverso l’esercizio fisico. Ancora “Pregnancy Workout Advisory” o “Kegel Trainer” per le lavoratrici in gravidanza che necessitano di movimento soprattutto in smartworking. Per non parlare di Zoom, un’app di video-conference che permette a personal trainer, fisioterapisti, palestre… di offrire lezioni ai propri clienti in modalità gratuita o a pagamento. E poi Youtube, Instagram, Facebook…lo sport è di casa ma social.

LE 10 FAKE NEWS SUL CORONAVIRUS. COME NON FAR CIRCOLARE BUFALE PERICOLOSE SUL WEB

In un periodo come questo, siamo tutti un po’ più attenti a quello che accade intorno. Seguiamo le news, ci informiamo tramite i canali ufficiali, i social e chiacchierate virtuali con i nostri amici. Per questo dobbiamo stare in guardia da fake news, catene di dubbia provenienza su whatsapp e condividere solo articoli provenienti da fonti assolutamente certe.

Purtroppo non tutti sono così scrupolosi, e questo è il motivo per cui girano notizie infondate che vengono condivise tramite messaggi privati e social network.

Ecco le 10 bufale più pericolose sul Coronavirus:

  • Gli animali domestici sono portatori del virus. 

Assolutamente falso! Gli animali domestici non sono portatori del Coronavirus, quindi non possono trasmettere il virus agli umani.

  • La vitamina C previene il contagio del virus.

Falso! Non esiste una cura univoca per tutti, tantomeno per prevenire il contagio, ma i medici decidono i farmaci da somministrare in base alle esigenze del paziente.

  • Il virus è stato creato in un laboratorio militare cinese appositamente per creare una pandemia.

Bufala! Sembra che il virus sia di origine animale, forse trasmesso da un pipistrello che poi ha infettato l’uomo.

  • Ci sono volontari che vengono a casa vostra a farvi il tampone senza averlo richiesto.

Falso! Sono sciacalli con l’intento di truffare o rubare nelle vostre case. I tamponi sono fatti esclusivamente alle persone sintomatiche da equipe specializzate inviate dalla Asl di riferimento, sempre previo vostra richiesta o del vostro medico curante.

  • Acqua calda, sole e cipolle guariscono il virus.

Assolutamente no! Come detto, ad oggi non esiste una medicina o un vaccino ad hoc e sicuramente non saranno le bevande bollenti o gli intrugli con cipolle a sconfiggere il Coronavirus!

  • Il Governo preleverà una virus tax dai nostri conti.

Decisamente falso! Il Governo ha già stanziato decine di miliardi per aiutare il nostro Sistema Sanitario Nazionale e la nostra economia.

  • Il Covid-19 viene ritenuto un’arma sviluppata dagli Stati Uniti per distruggere l’economia cinese.

Falso, come vediamo dai notiziari, anche gli Stati Uniti sono stati duramente colpiti dal Coronavirus e stanno iniziando ad adottare le misure di sicurezza necessarie.

  • In Cina i militari sparano a vista a coloro che non rispettano la quarantena.

Falso. Tutti devono rispettare le indicazioni del Governo come in Italia, pena una denuncia penale e una multa.

  • Sono stati sospesi gli stipendi ai dipendenti pubblici.

Falso! Non è assolutamente vero, anzi, sono stati inseriti bonus per le baby sitter e permessi speciali per chi si fa carico delle persone disabili, e un bonus per gli operatori sanitari che affrontano in prima persona l’emergenza.

  • Il Coronavirus è una semplice influenza.

Purtroppo no, non è così. Ce ne stiamo rendendo conto ogni giorno di più e per questo dobbiamo restare a casa il più possibile, lavarci le mani, disinfettare quotidianamente le superfici.

Queste erano 10 delle tantissime bufale che girano sul Web sul Coronavirus. Atteniamoci alle fonti ufficiali del Governo, del Ministero della Salute, e della Protezione Civile. Prima di diffondere e postare notizie sui social risaliamo alla fonte e, se non la troviamo, evitiamo di condividere notizie di cui non siamo certi. Ci sono piattaforme come Bufale.net che verificano le notizie che circolano sul Web gratuitamente. Date un’occhiata alla sezione dedicata al Coronavirus.

È importante non creare falsi allarmismi o false speranze. Rimaniamo uniti e “Tutto andrà bene”.

#IoRestoACasa

INSIDE BILL’S BRAIN: DENTRO LA MENTE DI UN GENIO

INSIDE BILL’S BRAIN: DENTRO LA MENTE DI UN GENIO 

Inside Bill’s Brain, che tradotto dall’inglese significa “Dentro il cervello di Bill”, è un documentario che andrà in onda ll prossimo 20 Settembre su Netflix.

“Quale è la tua più grande paura?”  “Che il mio cervello smetta di funzionare.”

Una miniserie di tre episodi che ripercorre la vita del titano dell’ Hi-Tech mondiale. Una docuserie che vuole cogliere le mille sfumature di un personaggio, a volte genio e innovatore, a volte ambiguo stratega.

Tre episodi per decodificare il cervello di uno dei più grandi uomini dei nostri tempi.

UNA MENTE CHE NON SI FERMA MAI

“Gate is a multiprocessor” dice sua moglie Melinda. Una mente che non si arresta mai, che cerca sempre di accumulare nuove informazioni per elaborare schemi di pensiero ancora inediti.

Un genio sì ma anche un uomo che non manca di rivelare le sue contraddizioni tutte umane, paure e predizioni per il futuro dell’umanità..

“Davis ha avuto l’idea di realizzare un documentario che seguisse i grandi progetti che intraprendo, che sono rischiosi e potrebbero non concretizzarsi altrimenti, e questo è stato interessante per me”. (Bill Gates)

Diretto dal vincitore del premio Oscar Davis Guggenheim il documentario ci racconta un Bill Gates inedito. Non solo la visione di uno dei pionieri della tecnologia attuale ma anche il pensiero di un uomo impegnato a trovare una soluzione ai problemi del nostro tempo.

“Può sembrare controproducente realizzare questo documentario mentre siamo ancora nel mezzo della risoluzione di questi problemi davvero difficili, ma spero che magari più persone si impegneranno in alcune di queste questioni e aiuteranno a risolverle. Spero che questo documentario lasci le persone ottimiste sulla possibilità di affrontare grossi problemi.”

(Bill Gates)

I vari volti di Bill

In questo documentario l’occhio indagatore della macchina da presa cerca di tenere insieme un personaggio dalle mille sfumature.

A 31 anni è l’uomo più ricco della Silicon Valley e dopo aver fondato la Microsoft afferma con forza il suo primato nell’industria Hi-Tech, guadagnandosi anche l’accusa di concorrenza sleale e di monopolizzare il mercato innescando la famosa“guerra dei broswer”.

E non potevano di certo mancare importanti rivelazioni sul retroscena del rapporto incandescente con Steve Jobs, spesso segnato da confronti severi e battute taglienti.

Ma l’imprevedibilità di un genio non si limita solo a questo .

Così compiuti i 69 anni si libera dei vecchi panni per dedicarsi a tempo pieno alla filantropia.

Bill and Melinda Gates Foundation

Dopo essersi dimesso dalla carica di CEO di Microsoft nel 2000, Gates e sua moglie fonda l’organizzazione Bill and Melinda Gates Foundation.

Da allora, secondo quanto riferito, la fondazione ha speso oltre 36 miliardi di dollari per la ricerca e gli aiuti alle Organizzazioni Internazionali per porre fine ai maggiori problemi globali:

  • Fame nel mondo

  • Istruzione

  • Sanità (eliminare la malaria, l’ebola e la poliomielite nei paesi in via di sviluppo, nonché di migliorare l’accesso ai vaccini)

  • Beneficenza

Gates si racconta davanti alla macchina del regista rivolgendosi ad ognuno di noi, per sensibilizzarci e scuotere le coscienze nei confronti  di un pianeta che necessita tutta la nostra attenzione.

Non solo quindi un documentario per i curiosi che chiedono a Google cose del tipo:

“quanto guadagna Bill Gates”, “quanto è l’ IQ di Bill Gates “ “Bill Gates vs Steve Jobs” o di quelli  più interessati alle sue abitudini alimentari.

Quindi il 20 Settembre sintonizzatevi tutti su Netflix per la prima visione di Inside Bill’s Brain.

DOPO LA CINA ANCHE LA RUSSIA DI PUTIN AVRA’ UN INTERNET TUTTO SUO. RUNET VS CYBER-WAR

La Cina ha aperto la strada e ora la Russia di Putin sta provando a replicare. Il primo test generale per un sistema di intranet in territorio russo scollegato dalla rete internazionale è in programma a breve.

Il modello a cui ispirarsi è quello cinese della “great firewall”, ufficialmente per poter essere pronti a scollegarsi da internet in caso di cyber-war e avere un’altra rete a supporto, ma nella realtà sembrerebbe voler aggiungere potere al potere controllando il traffico online. Russa e Cina, anche se come membri della Governamental Advisory Committe (GAN) di ICANN possono votare le proposte avanzate per il “governo” di Internet, non hanno però ad esempio diritto di veto sulle decisioni della Internet Engineering Task Force (IETF), progettisti di rete che gestiscono il funzionamento di internet.

COME FUNZIONERA’ IL TEST GENERALE

Al momento del test tutti i collegamenti web del paese verranno disconnessi, siano essi imprese, privati od enti pubblici e trasmessi su una linea interna. Il progetto ha il consenso del presidente Putin che è già pronto con notevoli investimenti finanziari su nuovi server per l’intranet russo. Secondo quanto è scritto sulla bozza della legge Digital Economy National Program gli Internet service provider russi dovranno garantire l’autonomia dello spazio Internet russo (Runet) nel caso di rischio di una guerra straniera sul web.

Il traffico verrà reindirizzato verso punti di scambio controllati dall’ente di vigilanza sulle telecomunicazioni Roskomnazor con l’intento di bloccare contenuti non autorizzati tra utenti russi e l’esterno e gestire il 95% del traffico locale entro il 2020.

La Russia sta cercando di sopperire allo scarso approccio della tecnologia informatica nazionale e creare dei sistemi IT indipendente da quelle occidentali. Per la Federazione Russa staccarsi dalla dipendenza all’industria informatica estera incentiverebbe anche lo sviluppo socioeconomico del paese soprattutto su quei paesi in via di sviluppo.

L’assegnazione degli indirizzi IP e la gestione del sistema dei nomi di dominio di primo livello generico è affidato all’ICANN, situato in California. Anche se dal 2016 questo ente no profit non dipende più dal governo USA, la sede e il trascorso non convincono Putin che in caso di scontro armato pretende certezze di tutela sul web.

Le prove che la Russia di Putin fa sul serio è nel backup locale del Dns (Domain name system)testato già due volte, l’ultima lo scorso anno.

Si prevede che ad Aprile l’approvazione della legge non incontrerà ostacoli. Staremo a vedere…

MANOVRA 2019: I BUONI PROPOSITI DEL GOVERNO PER IL RILANCIO DELL’INDUSTRIA 4.0 SPIEGATI CON CHIAREZZA A TUTTI

In questi giorni si è straparlato della Manovra e dei suoi provvedimenti per incoraggiare la rivoluzione digitale in Italia, ma non tutti hanno capito di cosa si tratta. L’Alsolved ha stilato un elenco per semplificare e chiarire i punti fondamentali.

Quando in Italia si sente parlare di “Industria 4.0 e Internet delle Cose” come opportunità per la crescita di piccole e medie imprese in molti sono ancora scettici e proiettano questa realtà nel futuro come se fosse una visione.

Diciamoci la verità, il nostro paese è ancora terribilmente indietro tanto che le stesse agenzie di digital marketing, rivolte al futuro per professione, devono in alcuni casi trattenere le proprie potenzialità per un mercato italiano non ancora in grado di comprendere a pieno il fenomeno web nella vita di tutti i giorni.

Pur riconoscendo questa lentezza di vedute, dovute all’incapacità di fare sistema, Marco Fanizzi, vicepresidente Enterprise Sales e Managing Director per l’Italia di Dell EMC, ha recentemente sostenuto con ottimismo che esistono delle grandi opportunità nel settore

dell’innovazione tecnologica “L’Internet delle cose sta già cambiando il modo di lavorare: negli Stati Uniti il 35% delle società di manifattura sta già utilizzando l’IoT, la sensoristica. Gli altri settori sono quelli della demotica, delle smart city e dell’healthcare in generale”.

E ancora “L’IoT nel 2016 rappresentava un mercato di circa 16 miliardi di dollari a livello mondiale. Per il 2023 è previsto che il mercato cresca fino a 200 miliardi di dollari, ed è sottostimato”. Un periodo in cui bisogna spingere sull’acceleratore visto che quello che chiamiamo futuro in altre realtà è già passato.

Secondo Maurizio Gardini, presidente di Confocooperative, bisogna puntare « a un investimento straordinario nella formazione e nell’istruzione partendo anche dai banchi di scuola. In Italia, solo l’8,3% dei lavoratori sono impegnati in programmi di formazione permanente, al di sotto della media europea del 10,8%».

L’importanza di una nuova cultura della formazione professionale è stata sottolineata anche da Marco Bussoni, presidente di Confesercenti: « Una formazione continua eviterebbe di fare investimenti sbagliati. Sono anni che presentiamo richieste, ma la risposta della politica è sempre che gli imprenditori paghino da sé. Questa è miopia, è necessario un processo culturale che porta ad acquisire le competenze».

Un report sulla percezione dei dirigenti riguardo all’avanzamento delle tecnologie 4.0 nelle imprese italiane stilato dalla società di management consulting Deloitte, rileva che solo il 18% degli investimenti è destinato allo sviluppo delle risorse umane, in contrasto con il dato globale del 40%. Secondo lo studio, la maggior delle risorse è destinata alle nuove tecnologie relative ai processi (59%), al supporto ai clienti (54%) e alla produzione (38%).

Questo è il quadro generale all’indomani di una manovra di bilancio 2019 in cui si è molto parlato di innovazione e tecnologie digitali. Non è questa la sede per aprire un dibattito politico e riteniamo importante solo spiegare a punti quali iniziative il governo ha intenzione di avviare per permettere all’Italia di decollare. I risultati si potranno analizzare solo in un secondo momento.

LA MANOVRA DI BILANCIO 2019 PER PUNTI:

Secondo la Manovra 2019 gli interventi sia per il piano Industria 4.0. che per Formazione 4.0 verranno rimodulati verso le piccole e medie imprese (Pmi). Di seguito elenchiamo gli obiettivi principali cui puntano i nostri amministratori:

·      Nel capitolo ”tecnologie emergenti” è scritto che si vogliono impegnare 45 milioni in tre anni, in aggiunta ai 40 milioni già stanziati per la sperimentazione in ambito “intelligenza artificiale, blockchain e internet of things”, per la sperimentazione delle tecnologie emergenti da parte del ministero dello Sviluppo economico».

·      In arrivo un voucher fino a 40mila euro per le Pmi che «vogliano avvalersi della consulenza di manager dell’innovazione per trasformare e migliorare il proprio business».

·      L’introduzione della «figura del “business angel” qualificato come soggetto che in maniera diretta o indiretta abbia investito almeno 40mila euro nell’ultimo triennio».

·      Al capitolo “start up e venture capital” si è parlato di 90 mln nei primi 3 anni per il Fondo Mise a sostegno del venture capital con la possibilità di autorizzare la cessione di Invitalia ventures a Cassa depositi e prestiti per creare un vasto fondo di venture capital pubblico per il sostegno e lo sviluppo delle startup e scale-up italiane.

·      E’ previsto che nell’ambito dei piani individuali di risparmio si possa investire in fondi di venture capital prevedendo una soglia minima del 5% degli investimenti qualificati.

·      C’è poi la previsione che «non meno del 15% delle entrate dello Stato derivanti dagli utili o dividendi delle società partecipate dovranno essere destinati ad investimenti in fondi di venture capital.

·      Per rendere attrattivo l’investimento in startup innovative, il provvedimento punta ad innalzare le soglie delle detrazioni fiscali previste dal decreto 179/2012 dal 30% al 40% per gli investimenti semplici e dal 30% al 50% nel caso di acquisizione dell’intero capitale sociale di una startup innovativa.

·      Sono stati stanziati anche oltre 200 milioni di euro per garantire l’adesione dell’Italia ad un progetto europeo per lo sviluppo della microelettronica che vedrà coinvolte importanti realtà industriali operanti in Italia.

·      I crediti di imposta sono fissati del 50% per le piccole imprese e del 40% per le medie, con un tetto di spesa annuale di 300.000 euro, del 30% per le grandi aziende con un tetto annuo di 200.000 euro.

CLOUD, TV 4.0, RADIO DIGITALE

·      Saranno incluse tra le spese agevolabili nell’ambito di Industria 4.0. i costi sostenuti per l’accesso a soluzioni in cloud.

·      80 milioni di euro in due anni saranno destinati all’acquisto di decoder e smart tv per i programmi di innovazione tecnologica e digitale Rai e 9 milioni per la creazione del ”Tecnopolo del Mediterraneo” con sede a Taranto.

·      Nell’ambito del tavolo Tv 4.0. istituito presso il Mise si è rivisto il piano di refarming della banda 700, fondamentale per lo sviluppo del 5G, senza che i cittadini dovranno cambiare le antenne per la ricezione dei canali Rai regionali.

·      Tra i provvedimenti decisi, anche la destinazione di frequenze dedicate per lo sviluppo della radio digitale.

Per chiarire quanto detto in questi giorni, abbiamo voluto semplificare in punti le decisioni prese dal “tavolo” per incoraggiare la rivoluzione digitale in Italia.  E’ ovvio che per dare un senso a incentivi e agevolazioni e far sì che tutti questi provvedimenti abbiano frutti duraturi, è necessaria una rivoluzione nella mentalità imprenditoriale e politica, dando priorità alla formazione digitale di intere generazioni, dalle più giovani alle più mature ancora a lavoro.

A COLPI DI ADS. COME MICROSOFT USA LINKEDIN PER COMPETERE CON GOOGLE ADS NELLE CAMPAGNE PUBBLICITARIE

Mentre Google Ads si allarga, un’altra interessante opportunità per le aziende viene da Bing Ads

Il passaggio da Google Adwords ad Ads ha portato diverse novità ed aggiornamenti nel settore delle inserzioni pubblicitarie con l’obiettivo di facilitare e incoraggiare una comunicazione sempre più reattiva tra azienda e cliente. Già in uno degli ultimi articoli abbiamo sottolineato l’importanza della messaggistica di testo per i social Fb Ads, Instagram e Whatsapp business, e Google non si fa certo parlare dietro e sfrutta un terreno fertile che vede i due terzi di chi possiede un cellulare utilizzare i messaggi per più di cinque volte in un giorno.

La semplificazione relativa alla gestione degli annunci click-to-text verrà realizzata a breve e consiste nella possibilità da parte del cliente di contattare l’azienda con sms cliccando sull’annuncio. Attraverso il bottone “texting” si paleserà un box precompilato per chiedere informazioni all’inserzionista senza l’obbligo di lasciare il numero di telefono, ma tramite email, potendo anche programmare per posta elettronica un avviso automatica al cliente del tipo “vi ricontatteremo il prima possibile”.

A tale servizio Google aggiunge un miglioramento anche nell’analisi delle visite al negozio che ad oggi sono basate sui dati degli utenti che hanno attivato la notifica delle posizioni, senza però poter individuare gli accessi al negozio da quelle ai siti web, clic sugli annunci, impression.  La novità consiste nell’attribuzione di una posizione attraverso i big data individuando keywords, annunci e campagne pubblicitarie con i migliori risultati.

BING ADS SFIDA GOOGLE ADS CON LINKEDIN

Di fronte alle continue innovazioni di Big G. in campo advertising, anche Microsoft sembra essersi data una svegliata attraverso la propria piattaforma pubblicitaria.

Stiamo facilitando l’utilizzo per i nostri clienti attraverso la piattaforma Bing Ads con strumenti familiari di creazione e gestione delle campagne”.

Si esprime così David Pann, general manager di Microsoft Search Advertising, all’indomani dell’annuncio negli Stati Uniti della strategia di Bing Ads di usare i dati di quasi 580 milioni di utenti di Linkedin per puntare sulla massima performance delle campagne pubblicitarie social dei clienti. Le informazioni che verranno prese in considerazione sono azienda, occupazione e settore in cui si opera e i profili verranno targettizzati con più precisione e solo su annunci di testo, acquisti e prodotti di ricerca Bing.

La nuova integrazione di LinkedIn punta a rappresentare una valida alternativa per gli operatori del marketing e gli inserzionisti, ottimizzando la selezione degli annunci, i prezzi, le previsioni di clic e di conversione ed ordini.

Nonostante gli sforzi che Microsoft mette in campo, la strada verso il successo ottenuto da Google Ads è lunga e complicata.

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