Oggi siamo abituati a pagare indistintamente con contanti, carte di credito, bancomat o tramite transazioni digitali. Ma pensiamo per un momento a come sarebbe la nostra vita senza contanti. Niente più banconote perse per strada, niente più monete che finiscono nei fondi di borse e tasche, niente più commercianti che si rifiutano di accettare il pagamento con la carta. Non sembra così male, no?

In realtà questo universo parallelo, senza contanti, potrebbe non essere così distante da noi. Infatti, secondo un report pubblicato dalla Banca dei Regolamenti Internazionali, ben dodici Paesi starebbero pensando di digitalizzare completamente le loro valute, tra i quali la Cina sempre più convinta dopo che il Coronavirus ha portato le istituzioni a disinfettare i contanti veicolo del virus.

Inoltre, anche il nostro Governo si è già mosso in questo senso legiferando rispetto all’obbligo del Pos per gli esercizi commerciali e decidendo le possibili sanzioni ai trasgressori. Un’altra misura in questo senso è il cosiddetto “Bonus Befana”, un sistema a punti per incentivare l’utilizzo delle carte e dei bancomat rispetto al contante.

Ma vediamo in breve i pro e i contro rispetto a un mondo senza più contante e monete:

Gli aspetti positivi sono sicuramente:

  • un tracciamento delle transazioni (meno lavoro nero, meno evasione fiscale);

  • maggiore sicurezza fisica (si stimano meno scippi o furti);

  • comodità (pagare ovunque con una carta senza bisogno di portarsi dietro i contanti e addio portafogli pesanti in borsa!);

  • igiene (i soldi sono portatori mondiali di germi e virus, in questo caso si eviterebbe questa possibilità).

Tra gli aspetti negativi, di un mondo senza più il nostro amato “cash”:

  • possibili attacchi informatici;

  • difficoltà per le generazioni più anziane;

  • costi delle banche.

Per questo, a una decisione così importante, bisognerebbe sicuramente arrivare preparati, prima di tutto dal punto di vista della sicurezza, o meglio della cybersecurity, ma anche dal punto di vista culturale. Infatti, un cambiamento repentino potrebbe generare panico, soprattutto negli anziani, abituati da una vita all’utilizzo del contante e avversi alla tecnologia (con rare divertenti eccezioni).

I punti positivi restano comunque validi, a patto che ci sia una normativa chiara anche per ciò che riguarda i costi per utenti, esercizi commerciali e utenti finali.

L’Italia, in ogni caso, resta abbastanza lontana dalla vetta della classifica per utenti che utilizzano metodi di pagamento alternativi al contante. Infatti, il Bel Paese è al 12esimo posto, con solo il 14% di transazioni, mentre in cima spiccano la Corea, con l’86% di transazioni tramite Pos, la Svezia e la Finlandia con l’80% e gli Stati Uniti con il 68%.

E voi, come preferite pagare? Siete #teamcash o #teamcontanti? Fatecelo sapere nei commenti!

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