Nel 2016 abbiamo assistito a diverse evoluzioni tecniche in campo social, molte di queste si sono poi tramutate nel 2017 in un sostanziale cambiamento nel modo degli utenti di rapportarsi ai brand.

Le tendenze social/digital delle community stanno confermandosi come sempre più visive, cangianti e orientate all’immediatezza, alla componente “live”. 

Basti pensare all’introduzione delle Stories in ogni social ad oggi conosciuto; Snapchat Spectacles, Facebook Messenger, Whatsapp, Instagram Stories… il grande aumento numerico di piattaforme e software per la condivisione diretta e immediata di contenuti quotidiani genera sicuramente un altissimo grado di complessità, ma si avvicina molto di più al modo di interagire più naturale e tipico delle persone.

Parte fondamentale di questo processo sono i device: ad oggi abbiamo la possibilità di riprendere la nostra vita con una tecnica e una qualità mai visti finora, con strumenti che occupano appena lo spazio del palmo della nostra mano.

In più, stats, analitycs, insight del tutto nuovi e alla portata davvero di chiunque, riescono a convincere le persone di avere sempre più controllo sul target che vogliono raggiungere e sulle modalità con cui farlo.

La comunicazione online sta mutando contemporaneamente in tre direzioni.

L’ELEMENTO VISIVO È SEMPRE PIÙ CENTRALE

Come dicevamo, la componente visiva ha un ruolo sempre più centralegli utenti, anche quelli con device ormai più obsoleti, hanno sempre più frequentemente accesso contenuti “immersivi”: augmented e virtual reality, video a 360° e video panoramici e interattivi.

La qualità della produzione in questi casi è fondamentale per rendere il contenuto efficace e condivisibile e questo trend coinvolge anche i brand, che hanno ora la possibilità di sviluppare content di altissimo livello, che promuovano con maggior impatto le call to action più varie.

CONTENT SEMPRE PIÙ LIVE: CONTENUTO SEMPRE PIÙ CASUAL

La capacitò di realizzare e offrire esperienze immersive convive con un’altra tendenza apparentemente opposta: un approccio sempre più “casual” alla comunicazione visiva. Soprattutto nei live e nei formati in stile “stories”, come quelli proposti da Snapchat e da Instagram.

Questi social offrono la possibilità di comunicare in modo visivo, ma conservando quel sapore low-fi, diretto e semplice, della interazione quotidiana. Questo impatta anche sul linguaggio dei brand, che possono scegliere anche un approccio più informale e personale per comunicare agli utenti, a seconda del canale che ne ospita i messaggi.

LE CONVERSIONI SONO SEMPRE PIÙ IMMEDIATE ED EVANESCENTI

Le evoluzioni degli algoritmi dei news feed portano gli utenti social in una realtà dove non esiste più un unico stream di notizie, comune a un intero gruppo/community; adesso anche utenti con numerosi amici in comune vedono news feed estremamente diversi tra loro, a seconda di singoli interessi, luogo in cui si trovano, ultimi siti visitati e via discorrendo. Il news feed di Facebook, il feed algoritmico di Instagram, il nuovo feed delle Stories di Instagram, Twitter con i tweet “while you were away”, la sezione Discover di Snapchat, tutte queste novità cambiano la maniera di fruire i contenuti da parte delle persone e, dunque, anche il loro modo di comunicare.

Le persone godono adesso di una maggiore selezione delle notizie, più specifica e soddisfacente, ma è innegabile che questo non coincida con un maggior controllo del modo in vengono a contatto con le informazioni e con i contenuti con cui desiderano interagire.

Queste tendenze opposte sono alla base di una cosa chiamata Filter Bubble.

In cambiamento anche il fattore conversion: molte piattaforme mettono a disposizione degli utenti la possibilità di interagire con contenuti a breve scadenza, con messaggi che svaniscono nel giro di pochi ore/minuti. Un cosa che forse ci ricorda l’internet dei primi 2000, con Irc e altre cose che ci facevano, sì, conoscere ma di cui non potevamo conservare traccia.

Insomma, stiamo vivendo un’evoluzione e il comportamento delle persone sui social sta radicalmente cambiando, modificando anche le piattaforme e i linguaggi.

Per i brand è un’opportunità preziosa da non lasciarsi scappare, si ha finalmente accesso a un numero sempre più alto di dati interessanti sui propri clienti e sui loro comportamenti: cosa genera maggior condivisione? Cosa unisce una community a un marchio? Che azioni possono essere attivate con l’utilizzo di linguaggi più specifici? Poter trovare le risposte a queste domande è un passo epocale per qualunque brand che desideri essere rilevante oggi.

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