Ma la rivoluzione del web non è ancora completa. Il 30% della popolazione mondiale ancora non vi ha accesso. 

Il World Wide Web spegne 30 candeline. I suoi genitori Tim Berners-Lee e Robert Cailliau il 12 marzo 1989 gettarono le sue basi al Cern e da allora nulla fu come prima. Da allora ne è passata molta di acqua sotto i ponti ed è per questo che per far rivivere la rete dei primi anni e rendere consapevoli gli utenti della grande rivoluzione avvenuta in così poco tempo, il Cern ha realizzato una piattaforma dove “navigare stile ritorno al futuro attraverso solo strutture in codice.

L’unico limite alla rete è il suo sviluppo nei paesi poveri dove ancora oggi possedere un computer è un sogno per la maggior parte della popolazione. Stiamo parlando del 30% delle persone di tutto il mondo. Berners-Lee in occasione del Web Summit di Lisbona a Novembre ha proposto un ‘Contratto per il web‘, con il fine di stabilire una normativa a sostegno della rete. “Le aziende devono fare di più per garantire che la ricerca del profitto a breve termine non vada a scapito dei diritti umani, della democrazia, dei fatti scientifici o della sicurezza pubblica. Piattaforme e prodotti devono essere progettati tenendo presenti la privacy, la diversità e la sicurezza…Il web è per tutti e abbiamo il potere di cambiarlo. Non sarà facile. Ma se sogniamo un po’ e lavoriamo molto, possiamo ottenere il web che vogliamo”. Oggi Berners-Lee oggi fa parte del World Wide Web Consortium (W3C) e della World Wide Web Foundation, fondata nel 2009, per promuovere internet ovunque e farlo diventare un bene comune dell’umanità.

Il www non è internet ma il suo principale servizio. All’origine era chiamato MESH e serviva a coordinare le molteplici informazioni scientifiche del CERN. Bisognerà attendere il 1993 per assistere al www accessibile da tutti e gratuitamente, tre anni dopo la pubblicazione della prima pagina web all’indirizzo http://info.cern.ch/hypertext/WWW/TheProject.html in cui venivano contenuti alcuni link ad altre pagine.

In altre occasioni nei nostri articoli abbiamo affrontato il tema della complessità della rete e i rischi che si incorrono in quei paesi dove i governi meno democratici puntano a detenere il potere del web come strumento di manipolazione soprattutto in vista di elezioni politiche. Alcune delle potenze mondiali come Russia e Cina lamentano l’occidentalizzazione del www e a seguito di quelle che definiscono “preoccupazioni” per una cyberwar, stanno sperimentando delle reti nazionali indipendenti da quella statunitense con sede nella Silicon Valley. A questa problematica e in riferimento alle problematiche infrastrutturali, risponde Nnenna Nwakanma, Policy director della World wide web Foundation, “Occorre garantire un accesso significativo a internet, e a contenuti nelle lingue locali che siano rilevanti per le persone di culture non occidentali. Per questa ragione, l’accesso deve essere reso economicamente conveniente, così che una fetta più ampia di persone possa connettersi e occorrerà abbattere le barriere che impediscono ai non-occidentali di entrare nell’ecosistema digitale e di trarre beneficio dai dividendi dell’economia digitale”.

 

 

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